«Ciò che un uomo cerca nei
piaceri è un infinito, e nessuno rinuncerebbe mai alla speranza di
conseguire questa infinità» (Il mestiere di vivere, op. cit., p. 190).
Niente è in grado di soddisfarci, perché quello che cerchiamo in tutto
quanto ci piace, nei piaceri, è un infinito. È questo che ci consente di
capire la nostra delusione. Infatti l’esperienza stessa della delusione
mette in evidenza di che cosa è fatto il nostro cuore. Se non avessi un
desiderio senza confine, non avrei nemmeno l’esperienza della
delusione.
Se questa è la condizione umana, dobbiamo porci una domanda: esiste un
fondamento reale da cui possiamo aspettarci che la nostra sete di
felicità venga esaudita?
Nessun commento:
Posta un commento