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lunedì 26 marzo 2012

Si sta facendo sempre più tardi

Il passato è più facile da leggere:  uno si volta all’indietro e, potendo, dà un’occhiata. E poi, sia come sia, esso rimane sempre impigliato da qualche parte, magari a brandelli.
A volte bastano soltanto l’olfatto e le papille gustative, è notorio: lo sappiamo da certi  romanzi, anche belli. Oppure un ricordo, quale che sia: un oggetto visto nell’infanzia, un bottone ritrovato in un cassetto, che so, una persona che essendo un’altra te ne ricorda un’altra, un vecchio biglietto del tram.
Antonio Tabucchi, Si sta facendo sempre più tardi

domenica 25 marzo 2012

Di sogni e d'amore

In questo tempo in cui mi sembra di vivere nella "verità capovolta", che oramai mi credo maturo e finito, ho però spesso la malinconia di questo iniziale, ingenuo pessimismo buono; ho, nel voltarmi, la sensazione di voler ricominciare tutto daccapo e di non lasciare niente, non trascurare niente di quello che ho fatto, studiato, sofferto. Oggi nel voltarmi so di voler bene, un gran bene alla mia vita e a chi me l'ha data, me l'ha fatta capire, conquistare.
Non sono qui per ricercare ineluttabili o dolorose affermazioni assolute. In parecchi giovani lo squilibrio e l'equilibrio sono divisi da un filo sottilissimo. Spesso la maturazione avviene di colpo, quasi senza rumore; più spesso nasce da una crisi individuale, dall'opporsi al mondo e alla società, dallo scoprire la grandezza e l'impossibilità di un amore, di più amori.
L'accettazione della vita, così com'è, bella e brutta, nel suo vario materiarsi, mi pare oggi più di una conquista, più di un sentimento. E vale la pena di vivere in un'umanità a volte stanca, a volte grande, illusa, semplice, trionfale, sempre diversa, meravigliosa.
Vale la pena di ritrovare la fede attraverso un amore perduto e avere la certezza di quel Dio che in Sua madre, davanti a tutti, sa piangere per me.

giovedì 22 marzo 2012

Rispettiamoci per non ucciderci

Nulla è più complesso che spiegare perché noi percepiamo quel che sappiamo. Gli altri abitano in sfere diverse: si vedono, si sentono, si toccano ma non si percepiscono poiché percepiamo solo noi stessi. Se vogliamo comprenderci parlare con gli altri è inutile: siamo tutti incompresi. Rispettiamoci per evitare di ucciderci

domenica 18 marzo 2012

Neppure il futuro è più quello di una volta

I padri di oggi, come vedono il futuro dei propri figli?
Sempre con più frequenza mi convinco che, nel maggior numero di casi, non siano in grado di prevedere alcunchè.
Lo vedo ogni santo giorno; non si pongono alcuna domanda, perchè hanno paura della risposta. Oppure perchè non sanno neppure immaginarne una.
Il risultato è uno: per quanto concerne l'avvenire dei figli, i genitori vivono soltanto nel presente. O per dirla più francamente: campano alla giornata.
Osservano i figli crescere, superare l'adolescenza, entrare nella prima età adulta e non riescono ad avvistare che cosa gli accadrà l'indomani, dopo sei mesi, un anno o cinque anni.
Se li interroghi, questi padri e queste madri, dichiarano la loro impotenza ad intuire quale vita faranno i loro ragazzi.
E' un silenzio obbligato. Che può essere infranto soltanto se chi li interpella è un amico o una persona che merita la confidenza più totale. Allora confessano le ansie che li assediano. Sono tante e molto diverse, ma conducono ad un risultato sempre uguale: il timore che i figli incontrino un'esistenza ben più difficile della loro. E siano costretti a retrocedere nella scala sociale. Sino al punto di ricadere nella povertà, la stessa dei padri, delle madri e soprattutto dei nonni.
E' per questa ragione che continuo a sostenere che tanti genitori vivono nel presente. Sono allergici all'idea di affacciarsi non solo al futuro, ma ancor più di dare un'occhiata al passato. Perchè proprio il passato li induce a mille timori, facendo così emergere spettri di fantasmi che, oramai, credevano aver sconfitto definitivamente.

sabato 17 marzo 2012

Diventare persone vive

Tantissime frasi attribuite o attribuibili ai personaggi storici o comunque famosi, sono state inventate dai loro biografi. Eppure le citiamo con convinzione. Per rassicurarci nei nostri pregiudizi, leggiamo o ascoltiamo soltanto chi parla come noi, chi ha il pensiero più affine al nostro. E ci lasciamo cullare la mente di storie fasulle e versioni tranquillizzanti, interpretando la realtà in forma mitica ed i miti in forma letterale.
L'intuizione ci rivela continuamente chi siamo. Ma restiamo insensibili alla voce degli dei, coprendola con il ticchettio dei pensieri ed il frastuono delle emozioni.
Preferiamo ignorarla, talvolta, la verità. Per non soffrire. Per non guarire. Perchè altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere. Completamente vivi.

venerdì 16 marzo 2012

Confini

Ci sono confini entro i quali muoversi, confini che volentieri vorresti oltrepassare, quei confini imposti dall'abitudine, dall'egoismo, dalla incapacità a recidere quel filo spinato che sembra una tutela ma è solo un ennesima conferma alla propria incapacità di scelte

giovedì 15 marzo 2012

Domani è un altro giorno e si vedrà...

Ho sempre creduto che non ci sia nulla di più logorante dell'attesa, che sia di un cambiamento positivo o negativo, ma pur sempre un cambiamento. Quando è improvviso devi farci i conti subito, non hai molto tempo a disposizione per decidere cosa sia meglio fare, quando il dubbio ti assale. Lì è proprio una questione d'istinto.
Mentre quando sai che qualcosa accadrà, a volte conosci addirittura il giorno, allora tutto quello che puoi fare o che non puoi fare lo senti prudere nelle mani... ma soprattutto lo senti battere nel cuore.
E cominci a vivere di speranza che non muore, di parole ancora da dire e di ricordi da appendere al muro, di attimi intorno a te che diventano insignificanti o troppo importanti... e di stati d'animo che fai sempre più fatica a controllare, perchè più cerchi di non pensarci, più l'attesa ti assale.

Sostanzialmente, a tutto c'è un perchè. Forse lo possiamo capire o meno, in certi momenti, probabilmente, non ne siamo neppure in grado, troppo presi dai nostri pensieri, dai nostri problemi. E se io scrivo queste parole, anche ora esiste un perchè. Forse non è poi neppure così importante il motivo che mi spinge qui, a parlare in astratto di qualcosa di molto più concreto. Sono fortemente convinto, però, che sia colpa o merito proprio di questa speranza... della speranza di tornare ancora qui, tra qualche mese, e ricredermi su un vecchio detto popolare, "chi di speranza vive disperato muore"... perchè a volte non c'è altro da fare che alzare le mani e arrendersi a questa attesa...
La vita è un libro pieno di domande e le risposte si possono trovare soltanto attraverso l'esperienza.

Ma chissà, domani è un altro giorno e si vedrà...

martedì 13 marzo 2012

Silenzio e poi... ???!!!

Crediamo di essere al di sopra di tutto quando siamo felici e soddisfatti. 
Eppure, il nostro IO più vero, viene fuori quando siamo tristi, delusi, amareggiati; è come se, nella solitudine, lo sguardo non cogliesse più il superfluo, ma solo l'essenza. 

Sono le persone silenziose quelle che hanno di più da trasmettere. Sembrano vuote, mentre dentro esplodono e nessuno se ne accorge


domenica 11 marzo 2012

Percorsi...

Oggi tutto è un percorso.
L'emerito sconosciuto che insegue la ribalta partecipando ad un reality sostiene di aver fatto un percorso. Tanto quanto il detenuto sottoposto ad un percorso di recupero, alla stessa maniera di un tossicodipendente.
La vita di coppia è un percorso, di guerra e di pace, scriveva Aldo Grasso. Due genitori che desiderano adottare un bambino, devono compiere un percorso affettivo.
Anche leggere un libro è un percorso.
Solitamente, però, chi usa troppo la parola "percorso" non si smuove mai dalle sue convinzioni.
Chi si pavoneggia per i suoi "percorsi", in definitiva è fisso ed inamovibile come un paracarro. Chi ha fame e sete di ricerca autentica, non ha necessità di ribadirlo ad ogni piè sospinto. La creatività non ha percorsi scontati ma è fatica nell'analisi, originalità nelle indagini, umiltà anche nel tornare indietro se la strada è sbagliata.
Non è imitazione di un tic o di una moda, ma è rischio, interrogazione, impegno serio e severo.

sabato 10 marzo 2012

L'armonia della vita

In tutti questi anni, in tutta la mia vita, la lunga strada aspra e accidentata doveva condurmi a questo preciso istante.
Io l'ho seguita alla cieca, inciampando qua e là, graffiato e stanco, senza sapere dove conducesse, senza mai rendermi conto che a ogni passo mi avvicinavo alla luce in fondo a quel tunnel così lungo e buio.
E ora che l'ho raggiunta, ora che sono qui, voglio stringere questo momento tra le mani, aggrapparmici con la forza per riviverlo in eterno: l'attimo esatto in cui è iniziata la mia nuova vita. Tutto ciò che ho sempre desiderato è racchiuso in quest'unico momento, qui, adesso. Le risate, la gioia, la vastità dell'amore. Questa è l'alba della serenità. Tutto comincia adesso.

L'uomo libero è come una nuvola bianca. Una nuvola bianca è un mistero; si lascia trasportare dal vento, non resiste, non lotta e si libra al di sopra di ogni cosa. Tutte le dimensioni e tutte le direzioni le appartengono. Le nuvole bianche non hanno una provenienza precisa e non hanno una meta; il loro semplice essere in questo momento è perfezione. (Osho)

 

venerdì 9 marzo 2012

A noi la scelta

Nella vita si hanno tre possibilità: restare fermi, inchiodati dalla paura di decidere, aspettando che qualcun altro lo faccia per noi; voltarsi continuamente indietro, facendosi schiacciare dai fantasmi del passato, da ciò che poteva essere e non è stato; guardare avanti, trovando il coraggio di correre qualche rischio per essere artefici del proprio destino.

giovedì 8 marzo 2012

Donne tutto l'anno

Dietro ogni uomo forte c’è una donna forte. Ma chi c’è dietro una donna forte? Nessuno lo sa, perchè la donna forte non ti permette di guardare dentro di lei. Lei prende vita tutte le mattine quando prende la sua maschera e quando nasconde i suoi sogni dentro la sua anima; come una geisha, disegna il suo sorriso e caccia la tristezza dal suo sguardo. Non si specchia più di cinque minuti per paura che potesse scoprire le sue debolezze sepolte nel profondo della sua anima.

La donna forte non piange, le sue lacrime nascono dentro l’anima e muoiono sempre là, non sul viso. Cammina sicura di sé lasciando sul marciapiede le tracce dei suoi passi. E se per caso, crolla, si alzerà da sola. L’anima di una donna forte prende fuoco in silenzio. Amala e non chiederle niente perchè i suoi occhi ti diranno se ti ama.

La donna forte indossa una maschera ogni giorno e un solo uomo può vederla senza. Quel uomo incornicerà il suo viso e amerà il suo sguardo, a volte, confuso, e chiuderà gli occhi per poter mantenere la sua immagine per sempre. La donna forte amerà in silenzio e soffrirà sempre in silenzio, nascondendo la sua tristezza sotto una maschera con un bel sorriso.

La donna forte ha il coraggio di aprire una porta vietata. Non negozierà mai con la vita e non regalerà l’anima ferita in cambio del potere, ma continuerà a disegnare sorrisi sul suo viso fini a quando troverà la medicina perfetta. Le donne forti… amale senza maschere, adorale i difetti, bacia le tracce del loro corpo che trovi nelle lenzuola, e loro condivideranno con te la loro forza. Non ti allontaneranno mai dalla loro anima!

(Ionela Craciun)

martedì 6 marzo 2012

Noi e ... loro!

Nel rapporto con gli altri, chiediti sempre "se vale la pena".
Se vale la pena aspettarli, comprenderli, capire i loro silenzi. Giustificare i loro comportamenti, i loro allontanamenti. Chiediti fino a che punto sei disposto ad accettare tutto ciò. E non c'entra il bene che vuoi loro. È che tutto ha limite.

domenica 4 marzo 2012

Nulla è pericoloso quanto l'essere troppo moderni. Si rischia di diventare improvvisamente fuori moda (Oscar Wilde)

Ho fra le mani un romanzo che racconta l'insofferenza di un adolescente alle prese con il suo profilo virtuale.
Insofferenza non tanto diversa da quella che investe gli adulti; solo che nei ragazzi cova più rapidamente ed in maniera più plateale.
A differenza di noi adulti, forse, i ragazzi manifestano apertamente ogni sensazione, positiva o negativa che sia.
E' l'unico modo o, semplicemente, quello più efficace che hanno, per farsi notare prima.
Una tendenza, mio malgrado, che sta sempre più trovando piena cittadinanza in noi adulti.
Per non parlare poi della difficoltà di dialogare con la propria famiglia, quella reale, non quella che si accende con un tasto del computer.
Non esistono più le confidenze vere e proprie, non si vedono più le guance arrossire per una forte emozione. Non esistono più neanche i nomi, quelli veri.
Ora è tutto una password, un nick-name, un avatar; tutto ha bisogno di un codice di accesso e tutti sembriamo bellissimi nelle foto manipolate che inviamo al resto della comunità in linea, per farci conoscere o, in fondo, solo ammirare.

Facile, così, covare emozioni e coltivare giardini interni, secret gardens, sempre che ci siano.
Capita, così, che io possa avere, per anni, una relazione con un'altra persona senza mai vederla, finchè non si decide un "luogo" in cui incontrarsi con la premessa e la promessa che "...se non ci piacciamo, amen! Finisce tutto qui ed amici come prima!".

Facile, no? E' come prendere un cioccolatino e sputarlo quando scopriamo che dentro c'è il liquore e noi siamo maledettamente astemi.
Magari con quella persona ho scambiato le confidenze più accese ed ho sperato nell'esito più felice, comodamente da casa mia, però (sic!), con la barba incolta, i capelli arruffati, avvolto in un pigiama di flanella infeltrito. Per tutto il giorno !!!
Ecco, come fosse un arresto cardiaco, il mio pensiero si impalla... Rifletto su questo nuovo modo di intessere relazioni, di socializzare, di esprimere e trasmettere le nostre emozioni...
Penso pure, però, che la maggior parte delle persone è sempre meno in grado di parlare di nulla, se non parla di sé o comunque della cerchia di cui è il centro.
Penso (e non è ridondante questo mio dire "penso") che questa atarassia rispetto al mondo reale è un'esperienza che mi tocca personalmente allorquando, insieme ad un gruppo di amici, registriamo una certa "incapacità" ad incontrarsi intorno ad un tavolo, in compagnia di un buon libro, riuscendo così a schiodarci da quel nostro posto in prima fila davanti ad un LCD.
E' pigrizia o solo necessità di restare nascosti all'ombra di un Personal Computer per alimentare quella santa e benedetta "autoreferenzialità"?
Troppi, infatti, mettono al centro del loro "dire", "fare", "calcolare", solo se stessi, quell'IO coccolato, massaggiato, incensato, lasciando ai margini "gli altri" che si concepiscono solo in funzione di sé stessi.
Non si tratta semplicisticamente di "egoismo" o, peggio ancora "egocentrismo"; il mio timore è che stia sempre più imperversando una certa povertà di parole, di idee, di interessi.
"L'IO, IO...! Il più lurido di tutti i pronomi", scriveva Emilio Gadda.
Senza scomodare i sapienti, però, proverei a sollecitare una riflessione più attenta sul fenomeno dei Social Network e suoi derivati; proverei ad interrogarmi ed interrogare sul perchè sono sempre meno frequenti gli incontri e le strette di mano, lì dove i nostri occhi incrociano altri occhi ed occhi "altri", lì dove i nostri sorrisi si fanno "persona" e non soltanto semplici smile...
Proverei ad abbattere il muro dell'individualismo, ad ascoltare e guardare la varietà dell'umanità che ci circonda.
Mi permetto di parafrasare il card. Ravasi ... : sarà una ventata d'aria, forse anche turbinosa e rumorosa, ma capace di spazzare via l'atmosfera asfittica del nostro isolamento saccente ed orgoglioso o, più semplicemente, monocorde e noioso

Ciao Lucio

Se i monti fossero seminati a grano, se i cavalli in branco tornassero al piano volando fra l'erba e i fiori, io raccontando i miei amori avrei ancora vent'anni. (Lucio Dalla)

sabato 3 marzo 2012

A modo mio avrei bisogno di sognare anch'io ...


"E se non ci sarà più gente come me, voglio morire in piazza Grande", cantava. Invece è morto lontano ma adesso quella piazza lo accoglie con una manifestazione di affetto impressionante.
"Una famiglia vera e propria non ce l'ho - cantava - e la mia casa è Piazza Grande, a chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho". E oggi in quella piazza quell'amore lo ritrova tutto.

venerdì 2 marzo 2012

Giorni ...

Ciò che ai miei occhi è giusto ai tuoi può apparire sbagliato; ma in fondo sappiamo davvero cosa è giusto e cosa è sbagliato? Chi può definire tutto con certezza se nessuno di noi sa davvero cosa sia giusto fare o no?

Esistono giorni che nascono e muoiono senza lasciar traccia. Giorni fatti apposta per far numero.
Materiali grezzi per far crescere l'età.

Quando sei a cavallo di uno di questi giorni inutili ogni tanto ci pensi.

E pensi al modo per dar loro una possibilità per farli uscire dal limbo, una possibilità per elevarli al rango di quei giorni che si ricordano.

Cominci a scervellarti...

E quando proprio non sai come fare dai libertà all'istinto e al destino. Infili le scarpe, metti qualcosa addosso ed esci fuori dal tuo nido.

E cammini.

Guardi in faccia. Dritto in faccia tutti quelli che ti passano davanti. Tutti quelli che sarebbero rimasti chissà dove se non avessi scelto di andare a cercarli...

E già così senti che qualcosa sei riuscito a cambiare.

Ma non ti basta...

Vuoi di più...

Hai bisogno di un contatto più completo.

Chiudi gli occhi.

Ti siedi in terra.

E aspetti.

Qualcuno si fermerà.

Qualcuno cercherà di capire se ho bisogno di qualcosa.