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martedì 30 aprile 2013

Scegli me.
Per una volta, scegli me.
Scegli la mia timidezza.
Scegli i miei sorrisi.
Scegli le mie incazzature.
Scegli i miei capelli disordinati e sempre sciolti.
Scegli le mie mani, che ti stringerebbero in ogni momento.
Scegli me, anche se sono un disastro.
Anche se magari non sono perfetta,
se non sono la ragazza che tutti vorrebbero.
Scegli i miei occhi che ridono,
quegli occhi che hai imparato a leggere.
Scegli il mio profumo.
Scegli i miei mille smalti,
che stanno tutti lì,
ma poi quelli che uso, quando li uso, sono solamente due.
Scegli i miei pensieri che corrono veloci, le mie mille idee.
Scegli le mie scarpe consumate per i passi
che ho sprecato cercando di stare dietro alle persone.
Scegli i battiti del mio cuore.
Scegli le risate con me.
Scegli la mia parlantina,
scegli di stare ad ascoltare tutte le cazzate che ho da dirti,
che con te mi vien voglia di parlare perchè mi stai ad ascoltare.
Scegli i pupazzi sul mio letto, la parte un po’ bambina di me.
Scegli le mie paranoie, le mie insicurezze.
Scegli i miei baci a metà,
le mie mani che tremano, i miei occhi che brillano.
Scegli le mie unghie a volte mangiucchiate, a volte perfette.
Scegli casa mia, come tua seconda casa.
Scegli le mie braccia, come rifugio.
Scegli di farmi ridere, di farmi il solletico, di portarmi ovunque.
Scegli me. Per una volta, scegli me.

sabato 27 aprile 2013

Ma tu perché mi ami?

Quando lo chiediamo e stiamo a sentire la risposta, rimaniamo per forza un po’ delusi, perché non è di semplici complimenti che andiamo alla ricerca, ma di qualcosa di più intimamente effimero. Vogliamo sentirci dire che la persona che amiamo si sia innamorata di noi perché un giorno l’abbiamo toccata in un punto in cui non sapeva di essere sensibile. “Ti amo perché il tuo modo di parlarmi mi fa sentire importante” ci piacerebbe sentirci dire, invece che “ti amo perché sei generoso e affidabile”. C’innamoriamo di minuzie, di riflessi in cui vediamo l’altra persona come pensiamo che nessuno l’abbia mai vista.

giovedì 25 aprile 2013

Siamo animali solitari. Passiamo la vita cercando di essere meno soli. Uno dei metodi più antichi è quello di raccontare una storia pregando l’ascoltatore affinché dica e senta interiormente “... sì, è proprio così, o almeno è così che mi sento. Non sei così solo come pensavi”.

sabato 20 aprile 2013

Fidarsi è bene, anche se ...

Sarà, ma mi fido molto di più delle strade sterrate, contorte e in salita, quelle che si sbriciolano sotto i piedi quando le cammini, quelle senza arrivo che ti fanno andare, andare e ancora andare.
 
Perché non esiste un arrivo del cuore. Non esistono dubbi o incertezze se vuoi bene. Non esiste la stanchezza. Non esiste indecisione.
 
Mi fido di più di chi mi manda a quel paese e poi mi sorride piuttosto che fidarmi di chi, invece, sorride sempre a imitazione di qualcosa.
Credo a chi i miei "grazie" non li vuole e si stupisce pure quando glielo dico. Credo a chi tende solo il cuore perché testa e mani le ha già date prima. Mi fido di chi non mi carica delle sue frustrazioni perché si cura di amor proprio e quello che avanza me lo regala pure.
 
E mi fido della mia testa idiota che ti chiama amore anche se la bocca non lo dice, di chi ha il cuore negli occhi e il cervello chissà dove. Di chi ha l'urgenza di dirle le cose anche se sbaglia. Sbaglia le parole, sbaglia i gesti, sbaglia il momento, sbaglia tutto quanto ma non fa ribollire sentimenti nel suo brodo.
 
Perché è in quel ribollire che ci sono i dubbi e se ce n'è anche solo uno, io non sono amato. Magari sono usato. Magari sono un muro o un passatempo. Magari sono un giocattolo, un bisogno, una cosa qualsiasi ma amato no, non lo sono.
 
Perché troppo spesso si chiama amore un bisogno solamente e troppo spesso si chiama bene un misero saluto.

 
Penso che dobbiamo riprenderci quello che abbiamo tolto alla vita, perché quasi sempre siamo noi a togliere e a toglierci, chiudendo poi gli occhi e accusando la vita e gli altri di averci privato di opportunità e anni.
Siamo noi i carnefici, che copriamo con l'ignavia le nostre colpe e ci chiudiamo al mondo, quando basterebbe tirare su la testa, guardarsi le mani intonse e dirsi : "non ho mai fatto nulla per non meritarmi questo. Adesso è tempo di darsi da fare per la vita."
 
Riprenderci la vita non è come togliere, ma è riprendersi, in tutti i sensi che questo verbo può esprimere.

martedì 16 aprile 2013

Ci sono giorni ...

Ci sono giorni in cui ti senti in esilio, in cui nulla o nessuno riesce a farti tornare in patria, giorni che scivolano via dal calendario, inutili e smarriti.
Ci sono i giorni che diventano celebri, quelli degli incontri che scuotono la vita, oppure quelli che lasciano il segno per un’emozione o una scoperta, per una solitudine o per una compagnia.
Ci sono i giorni-vigilia,­ dei conti alla rovescia, delle sfide attese e temute, i giorni che credi importanti e che invece, subito dopo, sono già appassiti.
Ci sono i giorni-civetta,­ che ti sorridono da lontano, che ti tentano e ti fanno sperare, ma poi non si presentano all'appuntamento.
Ci sono giorni di altri che una volta erano anche i tuoi e che adesso non sono più nel tuo calendario, giorni che non ritornano.
Ci sono i giorni più duri, bui anche a mezzogiorno, degli strappi improvvisi, quelli dei congedi definitivi, delle cose che non puoi cambiare anche se vorresti, i giorni in cui paghi tutto e con gli interessi, quelli in cui una fitta che avevi dimenticato torna a farsi sentire.
Ci sono i giorni-destino,­ in cui tutto ti accade e tu non hai scelto, i giorni che decidono anche per quelli successivi senza averli consultati.
Ci sono i giorni tagliati in due, quelli in cui devi strapparti via mentre vorresti rimanere oppure riesci a passare tra le sbarre e sei libero all’aperto.
Ci sono i giorni degli oroscopi, enigmi ed amuleti, in cui tutto risuona e tutto allude, i giorni esoterici.
Ci sono giorni con le mani sudate, di attese impotenti dietro porte chiuse, di esami e responsi, i giorni nelle mani di altri e talvolta in quelle di Dio.
Ci sono i giorni in cui ritrovi un’amicizia, conquisti una fiducia e quelli in cui la perdi; giorni in cui riesci a curare e guarire, quelli in cui ti sai soltanto ammalare.
Ci sono i giorni in cui ti piaci e ti porti in giro con soddisfazione e quelli in cui ti nascondi e non vorresti mai essere in tua compagnia.
 
Ci sono i giorni servili, quelli che preparano gli altri giorni, giorni che sono solo gradini, e i giorni-signori,­ quelli un po’ superbi che sono lì solo per comandare le storie e dirigere le orchestre.
Ci sono i giorni che guardi dall’inizio e quelli che guardi dalla fine, quelli che si fanno pregare e quelli che ti pregano, i giorni arrivati presto e quelli arrivati tardi.
Ci sono i giorni di mare mosso in cui, se sei saggio, ti metti al riparo e quelli di brezza leggera in cui l’aria è una carezza e devi lasciarti andare.

L'editoriale su www.paisemiu.com - Quanto vale la vita dell’uomo?

paisemiu - Quanto vale la vita dell’uomo?

venerdì 12 aprile 2013


A me, in fondo, la tristezza piace.
Non che mi piaccia essere giù, o di cattivo umore.
È che ho imparato a convivere con quel senso di malinconia che la sera, prima di chiudere gli occhi, ti avvolge del tutto.
Ho imparato ad amare di più una canzone che mi fa scendere le lacrime a fiotti, piuttosto che una dal ritmo allegro, o da ballare.
E se dovessi scegliere tra un film strappalacrime o qualsiasi un altro genere, sceglierei il primo. Non perché sono masochista, o stupido, ma perché conosco bene la sensazione di rimanere solo, di essere abbandonato.
E non riesco a vedere me stesso in un film a lieto fine, in un libro alla “vissero per sempre felici e contenti”.
Sono fatto così.
Mi piacerebbe poter dire di essere una persona felice. Ma non lo sono.
Amo stare solo nella mia tristezza.
Amo le sere di pioggia, con un libro un po’ drammatico tra le mani.
In fondo, mi trovo bene nella mia malinconia.
Forse perché una persona felice vive nella paura di diventare triste.
Mentre una persona che si è abituata alla tristezza, mal che vada, trova la felicità.
 
(Francesco Roversi)

sabato 6 aprile 2013

Caro amico, ti scrivo ...

Caro amico ti confesso una cosa ...
.
.. il mio non è un sorriso di piacere, il mio è un sorriso amaro, un sorriso di quelli che si fanno per rassegnazione.
Quando sai che oramai nulla e nessuno ti stupisce, quando ormai sai che le parole non servono più ...
... e allora non ti rimane altro che sorridere o piangere.
 
In tutti questi anni ho fatto tante cose, tante esperienze, lottato, sorriso, trascorso le domeniche solo a mangiar scatolette, trascorso mesi lontano da casa, comprato tante auto, fatto qualche viaggio, conosciuto migliaia di persone.
 
Ma è necessario, se non addirittura vitale, condividere i propri sforzi con qualcuno, arrivare la sera e dire a qualcuno: anche oggi ce l'ho fatta.
 
Continua a credere che con questo tuo atteggiamento sarai ancora capace di sorridere fino a che sarai vecchio; io lo spero per te. Ma sono convinto che la realtà è un'altra. Che prima o poi anche tu ti guarderai intorno e ti renderai conto che niente ha un senso se non hai qualcuno con cui condividerlo.
 
In te rivedo tante cose di me, la delusione, soprattutto.
 
La ferita di aver amato qualcuno e di non essere stato capace di tenerlo a te, di aver rinunciato ai tuoi sogni per realizzare sogni comuni e di essere stato messo da parte come uno straccio vecchio. Di aver scelto di amare gli altri piu che te stesso e poi di non essere stato ricambiato allo stesso modo. Certo impari, poi ad amare te stesso, ed entri in un circolo vizioso. In cui credi che chiunque si interponga tra te e la tua vita sia un fastidio. E allontani tutti.
 
Per paura. Di soffrire di nuovo.
 
Perchè forse sai che quando ami una persona sei talmente preso dal suo bene che rinunci al tuo. Ma prima o poi la rabbia svanisce, la voglia di dimostrare a te stesso di farcela da solo non basterà più a dare un senso alla tua vita. Avrai bisogno di ricominciare a provare emozioni, emozioni buone.
 
E spero che accada prima che il tuo corpo diventi piu vecchio del tuo cuore.

venerdì 5 aprile 2013

Se senti di appartenere a qualcuno, non allontanarti, non far che si allontani.
Fai in modo che la tua vita lo avvolga perché se senti di appartenere a qualcuno ci deve essere una ragione che va oltre il concepibile, la materia, il tempo e la distanza. Non è vero che una persona vale un altra, e l'amore è qualcosa che si può trovare in chiunque ci sia una qualche affinità con noi.

Ci sono legami che esistono ben prima che veniamo al mondo, in un mondo più vasto dove le anime si intrecciano, e quando abbiamo la fortuna di incontrarne il corpo riconosciamo in esso quell'anima che più delle altre ci teneva al caldo prima che nascessimo e ne desideriamo così tanto il calore che ogni altro corpo ci risulta freddo.

La vita ci mette del suo, sia per l'incontro sia per il distacco. Mette in gioco le esperienze individuali e il presente per porci alla prova, per farci crescere e capita che ci confonda, che ci porti a scappare perché non sappiamo cosa vogliamo, perché non ci riconosciamo o non abbiamo ancora trovato la dimensione che ci fa vivere.
E allora fuggiamo anche da quell'unico tepore che può darci la forza di risollevarci, per paura di trascinarlo con noi nell'abisso.
 

Per questo se si sente di appartenere ad una persona, a prescindere che quel qualcuno ci appartenga o meno, si deve far di tutto per non far mancare mai ciò che essa stessa ci permette di provare. Non catene, ma un delicato tepore tale da offrirle la sicurezza di cui ha bisogno.
Rischiare di perderla davvero significherebbe perdere l'unica anima capace di darci la gioia che desideriamo da quando, nascendo, ne abbiamo perso il contatto.

giovedì 4 aprile 2013

Esiste anche questo al mondo, la tristezza di non poter piangere a calde lacrime. Una di quelle cose che non si può spiegare a nessuno, e anche se si potesse, nessuno lo capirebbe. Una tristezza che non può prendere forma, si accumula quietamente nel cuore come la neve in una notte senza vento.
Una volta, quando ero più ragazzino, avevo provato a esprimerla a parole. Ma non ne avevo trovata una che potesse trasmettere il mio sentimento ad altri, anzi nemmeno a me stesso, così avevo rinunciato. E avevo chiuso sia le mie parole sia il mio cuore. La tristezza troppo profonda non può prendere la forma delle lacrime.

mercoledì 3 aprile 2013

Siate la scelta, non l'alternativa, anche se sentite di amare oltre ogni modo.
L'amore non è né una pretesa né un elemosina e se non basta l'amore di entrambi per condurre alla scelta reciproca allora prendete la vostra vita e portatela altrove, dove possa attecchire, dove possiate essere la scelta di qualcuno.
 
Io lo so, non è facile e il duro non è capire che sia così, il duro è accettarlo e attendere il tempo che questa verità sia assimilata dal nostro tessuto emotivo.
 
Siate la scelta, non l'alternativa perché è l'atto d'amore ultimo che possiate fare verso voi stessi e verso chi non sa, non vuole, non può scegliervi.

martedì 2 aprile 2013

Otto anni fa ci lasciavi ...

 
 
Vi confesso con semplicità che provo vero turbamento per il futuro del mondo quando noto generazioni giovani incapaci di amare veramente o che riducono il loro donarsi allo scambio di gratificazione tra eguali, incapaci di vedere nella sessualità una chiamata, un invito ad un amore più alto e universale. ~ Papa Giovanni Paolo II (18 Maggio 1920 - 2 Aprile 2005)