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mercoledì 19 giugno 2013

Ci sono poi quelle persone che ...

E poi, esistono. 

Poi ci sono quelle persone che non rientrano in una categoria in particolare. Non le puoi definire sensibili o superficiali. 
Non puoi dir loro che sono belle o brutte. Non puoi capirlo, così, su due piedi. Loro esistono e qualche volta ti capita di incontrarle per strada, ti capita di vederle sorridere, ti capita di incrociare i loro occhi che sono in grado di far sorridere anche i tuoi. Spesso sono lì , non vengono notate. Ma loro ci sono, e noi, noi che le guardiamo non possiamo sapere cosa si nasconde dietro quegli occhi, non possiamo sapere la loro storia, eppure sorridono. Eppure non possiamo sapere quanto sarebbero disposte a mollare tutto e raggiungere la persona che amano, la persona che hanno in testa, la persona a cui vogliono davvero bene. 

Sono quelle persone che amano camminare, ma se è necessario correre...

Loro corrono. 

Sono quelle persone che amano il silenzio, ma se necessario, disposte anche a sopportare il frastuono. Sono quelle persone belle, sensibili. Sono quelle persone che non riescono a tollerare un addio perché sanno quanto può far male, quindi hanno imparato a restare, hanno imparato davvero ad esserci. 

Loro spesso stanno in disparte, aspettano di essere chiamate per nome, di essere notate. Sembra quasi che queste non si interessino a niente, che amino solo il loro silenzio. Eppure gli altri non lo sanno. Gli altri non sanno cosa sarebbero disposte a fare. 
Loro sono quelle persone che di notte incominciano a vivere, che di notte fanno a botte con emozioni e ricordi. Le persone belle, quelle che hanno la tempesta dentro, ma fuori dimostrano quiete. Le persone delicate, quelle che fanno attenzione anche solo nello sfiorarti. Le persone belle, quelle attente, quelle che vivono di sensazioni, quelle che non provano indifferenza di fronte a niente, perché tutto sembra toccarle da vicino, tutto sembra appartenergli, far parte di loro. 

Quelle che amano la vita silenziosamente, che toccano il cuore, i sogni. Che lasciano una scia di buono anche quando non si può essergli vicino, perché vivono nei pensieri, li alimentano, li accendono, donano colore alla vita, troppo spesso ipocrita, spenta, priva di dolcezza, vuota.

sabato 8 giugno 2013

E' solo colpa di un "elemento ostile" ...

E' vero, quando muore un soldato italiano in un teatro di guerra bisogna esprimere solidarietà e cordoglio innanzitutto alla famiglia del militare ucciso. Ma proprio quando drammaticamente si accendono i riflettori su una guerra dimenticata si ha il dovere di esprimere il proprio punto di vista.
Proprio quella in Afghanistan è una di quelle guerre "inutili" dove si uccide e si viene uccisi da troppi anni e dove le vittime sono soprattutto civili. La democrazia non può essere esportata mentre le forze internazionali possono imporre la pace ma solo attraverso il negoziato, le trattative diplomatiche. Che tornino a casa i nostri soldati. Vivi.

martedì 4 giugno 2013

Ho bisogno del mio tempo

Lo so, io si, lo so.
Io richiedo sempre tempo, ma dopo raggiungo l’obiettivo.
Io richiedo sempre tempo, e non sempre se ne ha a sufficienza per aspettare.
Io richiedo sempre tempo. Ne richiedo per dire un semplice ‘’ti voglio bene’’, ne richiedo per dare un abbraccio, ne richiedo per fidarmi, per dare fiducia, ne richiedo per poter chiudere gli occhi senza il rischio di essere pugnalato. 

Io sono così, con me ci vuole tempo, ce ne vuole per sciogliermi il cuore, altrimenti freddo, conserva ancora i resti dell'inverno ormai passato. 
Ma non tutti hanno la pazienza necessaria. Anche io dentro ho l’estate: è che di solito tarda sempre a giungere. 
Sono caldo sulla pelle, ma ho continuamente freddo.
Il giorno attraverso la tempesta a testa alta, non ho paura.
Ma la notte cerco un rifugio, cerco un posto per proteggermi dalla pioggia, dal mio stesso freddo.
L’amore che dò è freddo, chi lo vorrebbe per sé. 
L’amore che ho gela anche me, non riesce a scaldarmi. 
Ma io so che dentro posso essere scaldato, perché conservo l’amore, perché anche il freddo più pungente può trasformarsi in calore, se si è tra le braccia della persona giusta. 

Basterebbe poco, ma non si ha tempo. E io richiedo tempo. Per scrivere, per pensare, per volere bene, per amare.

domenica 2 giugno 2013

Pensieri e parole

I pensieri hanno bisogno di tempo e dedizione. 
Come l’anima. Come un bambino. E proprio come un educatore bisogna saper prendere i tempi, gli spazi, lasciare aria e respiro. Dosare nel giusto modo le regole e la libertà. 
Se all’anima si danno troppi comandi, imposizioni che non possono essere affatto violate, lei si atrofizza, resta immobile con la sola possibilità di guardarsi appassire e perdere, con il dolore di non vedersi più brillare. 
Un’immagine allo specchio in cui non ci si riconosce ma che uccide ancor di più. 

I pensieri poi sono come i libri, pieni di storie e parole, pagine dalle orecchie piegate per non dimenticare, immagini consumate dalle carezze delle mani che ci sono passate sopra, scritte a matite che si leggono appena e strisce di pennarello che non brillano più come prima. Bisogna avere la pazienza di metterli in ordine, riguardarli, osservarli con cura, togliere la polvere e non perdere i segnalibri, imparare le lezioni e i teoremi, andare a rivedere le formule che non funzionano, cambiare un segno, mettere un simbolo, provare con un logaritmo diverso e una funzione nuova, magari più semplice.

Ma poi, la vita che ti sorprende è quella "dell'attimo", quella che si insinua tra le pieghe delle pagine del libro mentre lo stai scrivendo o leggendo, quella dell'ultimo minuto prima di una partenza o di un ritorno, di un'attesa o di una mancanza, di una speranza, delle scelte improvvise... 
Di quei giorni che non ti saresti immaginato mai, dei giorni che non depenni dal calendario come "passati", ma che cerchi di un colore diverso perché hanno fatto la differenza, non solo più quantitativa, bensì qualitativa.