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domenica 2 giugno 2013

Pensieri e parole

I pensieri hanno bisogno di tempo e dedizione. 
Come l’anima. Come un bambino. E proprio come un educatore bisogna saper prendere i tempi, gli spazi, lasciare aria e respiro. Dosare nel giusto modo le regole e la libertà. 
Se all’anima si danno troppi comandi, imposizioni che non possono essere affatto violate, lei si atrofizza, resta immobile con la sola possibilità di guardarsi appassire e perdere, con il dolore di non vedersi più brillare. 
Un’immagine allo specchio in cui non ci si riconosce ma che uccide ancor di più. 

I pensieri poi sono come i libri, pieni di storie e parole, pagine dalle orecchie piegate per non dimenticare, immagini consumate dalle carezze delle mani che ci sono passate sopra, scritte a matite che si leggono appena e strisce di pennarello che non brillano più come prima. Bisogna avere la pazienza di metterli in ordine, riguardarli, osservarli con cura, togliere la polvere e non perdere i segnalibri, imparare le lezioni e i teoremi, andare a rivedere le formule che non funzionano, cambiare un segno, mettere un simbolo, provare con un logaritmo diverso e una funzione nuova, magari più semplice.

Ma poi, la vita che ti sorprende è quella "dell'attimo", quella che si insinua tra le pieghe delle pagine del libro mentre lo stai scrivendo o leggendo, quella dell'ultimo minuto prima di una partenza o di un ritorno, di un'attesa o di una mancanza, di una speranza, delle scelte improvvise... 
Di quei giorni che non ti saresti immaginato mai, dei giorni che non depenni dal calendario come "passati", ma che cerchi di un colore diverso perché hanno fatto la differenza, non solo più quantitativa, bensì qualitativa.



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