Questo bisogno incessante che hanno di sapere ciò che sono,
ciò che sento, mi uccide. Definire ogni mio pensiero, ogni mio battito di
ciglia, ogni mio respiro con parole che racchiudano
in un recinto il mio mondo mi sfinisce.
Sono, so di essere: ecco quello che so
per certo, per il resto lasciate che i miei occhi vi raccontino di ieri, che il
mio sorriso vi parli di oggi, che le mie mani vi disegnino il domani. Lasciate
che io sia il mio silenzio, che le parole non udite giungano al cuore perché il
silenzio ha voce, ha orecchie e braccia più di qualsiasi parola.
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