A fine anno non tiro le somme, la matematica non è mai stata il mio forte. Spero di essere rimasto nel cuore di qualcuno o contrariamente nel cestino della carta di qualcun altro.
Sono un uomo che ascolta tutti, parla con pochi e decide da solo
sabato 29 dicembre 2012
venerdì 28 dicembre 2012
Non ti dimenticherò mai
«Non ti dimenticherò mai. / E' lui che, questa frase, la ripete a te, a me, a tutti. Fin da quando siamo stati concepiti nel grembo materno. / Lui che, come dice il profeta Baruch, chiama le stelle per nome, ed esse gli rispondono "eccomi" brillando di gioia! Lui che non deposita negli archivi i nostri volti, ma li sottrae all'usura delle stagioni illuminandoli con la luce dei suoi occhi. Lui che non seppellisce i nostri nomi nel parco delle rimembranze, ma li evoca da uno ad uno dalla massa indistinta delle nebulose e, pronunciandoli, con la passione struggente dell'innamorato, li incide sulle rocce dei colli eterni...»
Vostro + don Tonino Bello
giovedì 27 dicembre 2012
Il cammino dell'uomo
Di seguito riporto un pezzo di introduzione fatta da Enzo Bianchi nel libro
di Martin Buber "Il cammino dell'uomo":
"...non c'è una via unica, occorre invece scegliere la propria, e scegliere
significa anche rinunciare. Nel mondo futuro non mi si chiederà: "Perchè non sei
stato Mosè?", bensì: "Perchè non sei stato te stesso?". Ognuno ha una sua via e,
sceltala, deve perseguirlacon risolutezza, abbandonando la concezione della vita
come accumulo di esperienze diverse: la decisione deve essere forte e
risolutiva, senza tributi pagati al mito delle esperienze diverse e molteplici
che produce solo dilettantismo. Qualunque sia la via scelta, se essa è la
propria via e la si persegue con fedeltà e perseveranza, alla fine si conosce la
gioia, la bellezza, la pienezza, e quindi il cammino percorso può aprirsi a
Dio."
E' questo uno dei grandi problemi dell'uomo: scegliere avendo il coraggio di rinunciare.
Il mondo d'oggi ci presenta tante possibilità e fermarsi a una sola è difficile, ci viene voglia di provare tutto prima di dire "si, è questa la mia strada" ma quel tutto, non ci soddisfa mai, si vorrebbe sempre di più. E alla fine la scelta è più difficile di prima perchè siamo confusi, vorremmo avere mille piedi per andare su mille strade.
Il cammino dell'uomo è la strada più difficile della vita...
lunedì 24 dicembre 2012
lunedì 17 dicembre 2012
E' venuto a mancare...
Due anni sono trascorsi... Due interminabili ma fugacissimi anni hanno visto la loro alba ed il loro tramonto, da quel giorno tristissimo di dicembre... Quando il mondo intero si preparava a celebrare il Natale, mentre io, e con me i miei cari, prendevamo congedo da un corpo esanime...
A chi mi domandava cosa fosse successo, mi limitavo a riferire: "E' venuto a mancare mio padre". Si, perchè quando succede si è comunque tentati di essere gentili con se stessi, non si ha il coraggio di usare l'espressione più cruda : "E' morto". Sembra quasi sgarbata, poco umana. Meglio reclinare su un ... "è venuto a mancare...".
E' venuto a mancare a me, quando innanzitutto si viene a mancare a se stessi, alla vita tutta, alle vie del paese, alle cose tenute nei cassetti, ai vestiti negli armadi, a quella porta o quella finestra da cui si affacciava per scrutare il cielo e capire se prometteva pioggia o sole cocente, al telefono che squilla e continuerà a squillare perchè non si ha più una voce per dirsi pronti.
domenica 16 dicembre 2012
Dietro la porta dell’anima
si nascondono i ricordi di ognuno.
Per i più sentirseli raccontare
non ha nessun significato, ma sovente capita
che qualcun’altro ci si specchi dentro
si nascondono i ricordi di ognuno.
Per i più sentirseli raccontare
non ha nessun significato, ma sovente capita
che qualcun’altro ci si specchi dentro
e riveda la propria storia.
E lì, in quel momento,
che si congiungono
i destini di tanti sconosciuti…
Giuseppe Nicola Di Leo, “La porta dell’anima”
Chi non ha la pazienza e la volontà di innaffiare i suoi fiori dirà di amarli dimenticandosi di dargli l’acqua necessaria a farli vivere, e darà sempre la colpa al clima sfavorevole, quando moriranno. Per me non esiste l’arte di sfiorare, o lo tocchi l’amore o lo lasci andare.
E lì, in quel momento,
che si congiungono
i destini di tanti sconosciuti…
Giuseppe Nicola Di Leo, “La porta dell’anima”
Chi non ha la pazienza e la volontà di innaffiare i suoi fiori dirà di amarli dimenticandosi di dargli l’acqua necessaria a farli vivere, e darà sempre la colpa al clima sfavorevole, quando moriranno. Per me non esiste l’arte di sfiorare, o lo tocchi l’amore o lo lasci andare.
giovedì 6 dicembre 2012
Non esistono cose impossibili ma cose poco
probabili. E' nella breve distanza tra queste interpretazioni della realtà
che spesso ama insinuarsi il miracolo, come l'amore, che è
sempre qualcosa di nuovo, fresco, vivo.
Non ha ieri né domani. E' al di là
della confusione del pensiero. Occorre svincolarsi dal concetto di dover
necessariamente rispondere ad un determinato carattere, come fosse un
etichetta. Ognuno pensa ed ogni suo pensiero è diverso, istante dopo istante,
poi c'è qualcosa che l'obbliga a seguire una determinata direzione: società,
affetti, lavoro, piacere...
Queste cose ci portano a dover optare tra ciò che
siamo, ciò che in modo naturale tenderemmo a diventare, e ciò che la realtà
vorrebbe noi fossimo. L'ordine, come le tessere d'un domino, è uno stato ben
facile da demolire a dispetto del disordine. Chi fa dell'ordine la propria
regola finisce così per essere schiacciato dall'imprevisto che ha smosso una
singola tessera, portando giù tutto il resto delle proprie convinzioni. L'amore
è infatti la miglior scienza del cuore, e come tale mai totalmente dimostrata
nè ordinata.
Ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l’onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l’unica cosa vera.
Soffro di iperattività immaginativa, la mia mente tende a saltellare un po’ di qua e di là e ho qualche guaio tra fantasia e realtà. (Woody Allen)
Ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l’onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l’unica cosa vera.
Soffro di iperattività immaginativa, la mia mente tende a saltellare un po’ di qua e di là e ho qualche guaio tra fantasia e realtà. (Woody Allen)
Mi sono
liberata di uno dei miei eventuali futuri:
in questa decisione c’è almeno una qualche leggerezza.
Cammino svelta, ma non smetto di aver freddo.
Mi faresti scaldare accanto a te?
Non lasciarmi affamata. Rimani con me.
Parlami con quella tenerezza nella voce indifferente,
infilami in una tasca,
avvolgimi in una morbida sciarpa,
nelle maniche di una giacca.
Dividi con me
uno spicchio d’arancia.
(Izabela Filipiak)
Siamo chimici, cioè cacciatori: nostre sono “le due esprienze della vita adulta” di cui parlava Pavese, il successo e l’insuccesso, uccidere la balena bianca o sfasciare la nave; non ci si deve arrendere alla materia incomprensibile, non ci si deve sedere. Siamo qui per questo, per sbagliare e correggerci, per incassare colpi e renderli. Non ci si deve mai sentire disarmati: la natura è immensa e complessa, ma non è impermeabile all’intelligenza; devi girarle intorno, pungere sondare, cercare il varco o fartelo.
Questo non è il momento di prendere decisioni definitive. Adesso è il momento di sbagliαre, di prendere il treno sbagliato e arrivare chissà dove, di innamorarsi spesso, di prendere filosofia perché “nessuno farà mai carriera con filosofia!”, di cambiare idea e poi ricambiarla perché niente è immutabile. Perciò facciamo più sbagli che possiamo, così quando ci chiederanno cosa vogliamo fare, non tireremo più ad indovinare, lo sapremo.
in questa decisione c’è almeno una qualche leggerezza.
Cammino svelta, ma non smetto di aver freddo.
Mi faresti scaldare accanto a te?
Non lasciarmi affamata. Rimani con me.
Parlami con quella tenerezza nella voce indifferente,
infilami in una tasca,
avvolgimi in una morbida sciarpa,
nelle maniche di una giacca.
Dividi con me
uno spicchio d’arancia.
(Izabela Filipiak)
Siamo chimici, cioè cacciatori: nostre sono “le due esprienze della vita adulta” di cui parlava Pavese, il successo e l’insuccesso, uccidere la balena bianca o sfasciare la nave; non ci si deve arrendere alla materia incomprensibile, non ci si deve sedere. Siamo qui per questo, per sbagliare e correggerci, per incassare colpi e renderli. Non ci si deve mai sentire disarmati: la natura è immensa e complessa, ma non è impermeabile all’intelligenza; devi girarle intorno, pungere sondare, cercare il varco o fartelo.
Questo non è il momento di prendere decisioni definitive. Adesso è il momento di sbagliαre, di prendere il treno sbagliato e arrivare chissà dove, di innamorarsi spesso, di prendere filosofia perché “nessuno farà mai carriera con filosofia!”, di cambiare idea e poi ricambiarla perché niente è immutabile. Perciò facciamo più sbagli che possiamo, così quando ci chiederanno cosa vogliamo fare, non tireremo più ad indovinare, lo sapremo.
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