Di seguito riporto un pezzo di introduzione fatta da Enzo Bianchi nel libro
di Martin Buber "Il cammino dell'uomo":
"...non c'è una via unica, occorre invece scegliere la propria, e scegliere
significa anche rinunciare. Nel mondo futuro non mi si chiederà: "Perchè non sei
stato Mosè?", bensì: "Perchè non sei stato te stesso?". Ognuno ha una sua via e,
sceltala, deve perseguirlacon risolutezza, abbandonando la concezione della vita
come accumulo di esperienze diverse: la decisione deve essere forte e
risolutiva, senza tributi pagati al mito delle esperienze diverse e molteplici
che produce solo dilettantismo. Qualunque sia la via scelta, se essa è la
propria via e la si persegue con fedeltà e perseveranza, alla fine si conosce la
gioia, la bellezza, la pienezza, e quindi il cammino percorso può aprirsi a
Dio."
E' questo uno dei grandi problemi dell'uomo: scegliere avendo il coraggio di rinunciare.
Il mondo d'oggi ci presenta tante possibilità e fermarsi a una sola è difficile, ci viene voglia di provare tutto prima di dire "si, è questa la mia strada" ma quel tutto, non ci soddisfa mai, si vorrebbe sempre di più. E alla fine la scelta è più difficile di prima perchè siamo confusi, vorremmo avere mille piedi per andare su mille strade.
Il cammino dell'uomo è la strada più difficile della vita...
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