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giovedì 6 dicembre 2012

Mi sono liberata di uno dei miei eventuali futuri:
in questa decisione c’è almeno una qualche leggerezza.
Cammino svelta, ma non smetto di aver freddo.
Mi faresti scaldare accanto a te?
Non lasciarmi affamata. Rimani con me.

Parlami con quella tenerezza nella voce indifferente,
infilami in una tasca,
avvolgimi in una morbida sciarpa,
nelle maniche di una giacca.

Dividi con me
uno spicchio d’arancia.


(Izabela Filipiak)

Siamo chimici, cioè cacciatori: nostre sono “le due esprienze della vita adulta” di cui parlava Pavese, il successo e l’insuccesso, uccidere la balena bianca o sfasciare la nave; non ci si deve arrendere alla materia incomprensibile, non ci si deve sedere. Siamo qui per questo, per sbagliare e correggerci, per incassare colpi e renderli. Non ci si deve mai sentire disarmati: la natura è immensa e complessa, ma non è impermeabile all’intelligenza; devi girarle intorno, pungere sondare, cercare il varco o fartelo.
Questo non è il momento di prendere decisioni definitive. Adesso è il momento di sbagliαre, di prendere il treno sbagliato e arrivare chissà dove, di innamorarsi spesso, di prendere filosofia perché “nessuno farà mai carriera con filosofia!”, di cambiare idea e poi ricambiarla perché niente è immutabile. Perciò facciamo più sbagli che possiamo, così quando ci chiederanno cosa vogliamo fare, non tireremo più ad indovinare, lo sapremo.

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