I padri di oggi, come vedono il futuro dei propri figli?
Sempre con più frequenza mi convinco che, nel maggior numero di casi, non siano in grado di prevedere alcunchè.
Sempre con più frequenza mi convinco che, nel maggior numero di casi, non siano in grado di prevedere alcunchè.
Lo vedo ogni santo giorno; non si pongono alcuna domanda, perchè hanno paura della risposta. Oppure perchè non sanno neppure immaginarne una.
Il risultato è uno: per quanto concerne l'avvenire dei figli, i genitori vivono soltanto nel presente. O per dirla più francamente: campano alla giornata.
Osservano i figli crescere, superare l'adolescenza, entrare nella prima età adulta e non riescono ad avvistare che cosa gli accadrà l'indomani, dopo sei mesi, un anno o cinque anni.
Osservano i figli crescere, superare l'adolescenza, entrare nella prima età adulta e non riescono ad avvistare che cosa gli accadrà l'indomani, dopo sei mesi, un anno o cinque anni.
Se li interroghi, questi padri e queste madri, dichiarano la loro impotenza ad intuire quale vita faranno i loro ragazzi.
E' un silenzio obbligato. Che può essere infranto soltanto se chi li interpella è un amico o una persona che merita la confidenza più totale. Allora confessano le ansie che li assediano. Sono tante e molto diverse, ma conducono ad un risultato sempre uguale: il timore che i figli incontrino un'esistenza ben più difficile della loro. E siano costretti a retrocedere nella scala sociale. Sino al punto di ricadere nella povertà, la stessa dei padri, delle madri e soprattutto dei nonni.
E' per questa ragione che continuo a sostenere che tanti genitori vivono nel presente. Sono allergici all'idea di affacciarsi non solo al futuro, ma ancor più di dare un'occhiata al passato. Perchè proprio il passato li induce a mille timori, facendo così emergere spettri di fantasmi che, oramai, credevano aver sconfitto definitivamente.
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