Perchè il senso della felicità è sempre così breve? Ma esiste davvero la felicità ? Ed io, potrò mai essere felice?
Il "SE" sembra essere l'indispensabile preludio alla felicità. Dal "se potessi avere mille lire al mese" al "SE fossi più alto, più magro ... SE avessi un amore ... SE fossi un campione ... SE avessi un lavoro ... SE vincessi al superenalotto ... ".
Il mondo dei SE è un vortice, un buco nero. Basta perdere l'equilibrio un istante e ci si finisce dentro, con poche speranze di uscirvi.
Ma la felicità, è davvero legata ai "SE" ?
Quando penso alla felicità totale, senza condizioni, mi vengono subito in mente i miei cani e il mio gatto. A casa ne ho tre, di cani. E un gatto nero, bellissimo. E, ognuno di loro, raggiunge la felicità massima in modo diverso. Lo Spitz è felice e contenuto quando, al trillare del citofono, dà prontamente l'allarme e poi, una volta intravisto l'ospite, con la lingua a penzoloni e gli occhi brillanti, viene a scondinzolare come per dire: "va bene così ?" ...
I due meticci, ultimi arrivati in ordine di tempo, sono radiosi quando prestiamo loro le dovute attenzioni (dalla carezza, all'abbraccio, al conferimento del cibo ...); il gatto non lesina le sue "fusa" quando viene preso in braccio o si nasconde sotto la coperta, in cerca di coccole ...
L'animale, insomma, è felice, quando può adempiere al compito per cui è nato.
Noi abbiamo cancellato la nostra essenza più profonda e l'abbiamo sostituita con l'obbligo di venire serviti. Siamo qui per ottenere. Siamo qui perchè le cose ci vengano date.
La felicità ! Che mitica, straordinaria, inafferrabile parola. Ogni essere umano vi aspira. Eppure è così difficile da raggiungere, così difficile da definire. Si sa bene, invece, cosa è l'infelicità. E' la condizione in cui mediamente si trascorre gran parte della vita. Sono infelice per questo e per quest'altro, perchè non ho questo e non ho quest'altro, perchè non posso fare questo e quest'altro.
E se invece il cammino di compimento degli esseri umani fosse di segno opposto? Se la parola d'ordine non fosse "possesso" ma "perdita"? Se la pienezza non fosse nel dominio ma nell'umiltà del servizio? Se invece di essere delle macchine quasi perfette immerse in un mondo senza scopo, fossimo soltanto dei figli in cerca della strada che porta nuovamente alla casa del Padre? E se la felicità fosse tornarvi ?
Ho sempre sostenuto l'esistenza di un conto corrente emozionale, dove il saldo deve essere sempre pari a zero per poter stare bene (preferisco dire star bene ad essere felici). Un conto corrente dove depositi le emozioni che ricevi e prelevi le emozioni che vuoi donare. Se il saldo sarà sempre pari a zero non ti impoverisci e non ti arricchisci: vivi semplicemente delle soddisfazioni del dare e del ricevere. Buona domenica.
RispondiEliminaNon amo tanto i Cardinali, e non ho paura di scriverlo... Amo e stimo i silenziosi "servitori" di Dio, che nella loro umiltà sanno dare veri amore e vera misericordia... Ma tra i tanti Cardinali da cui mi allontano, c è ne è uno alla cui cultura filosofica e teologica mi inchino e che stimo veramente: il Cardinale Ravasi. Grandissimo teologo, uomo di grandissima cultura filosofica che ogni domenica mattina mi insegna a comprendere il Vangelo. Lo fa con quella dote che appartiene a poche persone veramente colte: saper trasmettere un insegnamento senza l arroganza della saccenza!!!
RispondiEliminaFelicità...un volo pindarico Dell anima...una canzone...un amore finito dipinto sulla tela della mia anima...la mia fresca immaginazione nonostante la mia vecchiaia... La mia voglia di vivere e di emozionarsi...la dolcezza di mio padre prima di morire..il ricordo dei miei figli appena nati.. L incontro con l anima di chi si è amato...questo mio stanco e vecchio corpo che ancora anela amori giovanili e che, nella zoppia del vivere, spera di ritornare alla casa del Padre...felicità!
RispondiEliminaLa vita è fatta di priorità, perché il tempo è poco, non si può regalare tempo a tutto e ogni cosa necessità del suo tempo! L'uomo che non lo comprende, l'uomo che non sa darsi le priorità, può affannarsi ma alla fine non avrà guadagnato nulla, perché ha perso la cosa più preziosa, il tempo, ma non avrà guadagnato nulla di altrettanto prezioso! E che c'è di così prezioso!? Beh, come sempre, Gesù ci viene incontro, e ci insegna come sono le cose "del Regno" e le cose dell'anima a vivere nell'eternità con noi, in buona sostanza l'amore, l'affetto, l'amicizia, la carità e la lealtà. Ma se non si sa sfruttare il tempo per coltivarle nel giusto, ci si troverà ad averlo perso per aver guadagnato soldi, gloria e stima del mondo, che con il mondo sono state create, e nel mondo saranno ridotte in polvere!
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