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sabato 23 febbraio 2013

Viviamo pensando che la vita prima o poi debba cominciare. Ti trovi davanti ad un problema e dici "lo risolvo e poi andrà tutto bene", hai un debito da estinguere e dici "finisco di pagare e poi tiro una boccata d'aria" "oggi è lunedì non vedo l'ora che arrivi il week - end", "stringiamo i denti tanto tra un po' arrivano le vacanze"; e intanto il tempo passa e noi crediamo che si possa vivere solo negli intervalli. Ma perché non riusciamo e renderci conto che la nostra vita è cominciata il giorno in cui qualcuno con un camice bianco ci ha dato uno schiaffo e abbiamo pianto e che da quel giorno in poi ogni attimo è stato e sarà vita compresi gli ostacoli da superare e le lacrime da versare. L'attesa della vita è vita sprecata e a consumarsi ci pensa già da sola.

8 commenti:

  1. Non siamo capaci di vivere il " qui ed ora" perché non appartiene alla nostra"
    Cultura " occidentale. Se osservassimo quanta poesia e quanta filosofia di vita ci mette un giapponese nella preparazione del the... Che opera d arte sanno fare di quel " preciso momento".... La vita si spoglia di ogni inutile ghirigoro della mente e rimane solo la " bellezza" Dell attimo da condividere sa soli o con chi vogliamo, anzi" scegliamo"! La filosofia del " qui ed ora" non appartiene ad una cultura dominata da un falso Vangelo.... I finti seguaci di un Dio che non è il mio Dio, ci hanno trasmesso il "senso del peccato" sin da quando siamo nell utero materno... Nasciamo da un momento di peccato!!! Dicono gli ipocriti Farisei...iMi immagino cosa direbbe il mio grande Don Gallò, con il suo sigaro in mano, con quelle meravigliose volute di fumo
    Che s innalzano al suo Rivoluzionario e Partigiano per eccellenza.... Se Dio è amore, tutto è amore... Io sono Amore!!! Ogni attimo della mia vita è amore.., il paradiso è sulla terra, vuol dire che dobbiamo vivere ogni momento con grande spiritualità, e la spiritualità non è fede, dottrina, ma vera sacralità... Chi ha un atteggiamento di vera sacralità nei confronti della vita sa cogliere l istante , senza rimandare al domani.. Del resto, non lo dice Gesù nel vangelo: a ciascun giorno la sua pena? Quindi, perché procrastinare la felicità, se la felicità, per me , è già racchiusa in questo splendido momento, che mi sta consentendo di scrivere catarticamente, e che mi sta dando la possibilità di consegnare questo istante a chi mi leggerà? Sono felice di esistere!!! Sono qui, ora, e mi basta!!! Ora!!! Ora vado a farmi una bella " tazzurella di café", metto una canzone di DE Andrè e mi gusto " il momento"!!! Osho scrive: " con o senza di te, sono felice di esistere". Chi ha orecchi per intendere , intenda.... Buon caffè a tutti....

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    1. Viviamo come pecore, a brulicare in un prato non fatto di fili naturali di erba ma di media costruiti per il consumismo. Ci lasciamo affare da una società che ci colpevolizza. Una società che ci conduce sulla via dell'imbarazzo dei giudizi altrui e che ci spinge forzatamente a giudicare. Una società che crea status-simbol lontani da ciò di cui ogni individuo avrebbe bisogno di essere: libero pensatore, libero predicatore, libero ascoltatore. Ci siamo lasciati costruire famiglie lontane dall'amore, dove non basta una carezza, un abbraccio, un pasto consumato insieme. Non bastano un libro, un film, una chitarra che suona per strada, la messa della domenica. Non bastano. Serve altro. E se sbagliamo non basta chiedere il perdono. Se siamo stati offesi non basta perdonare. Dopo c'è l'imbarazzo, l'imbarazzo del giudizio altrui, di quelle persone a cui abbiamo raccontato i peccati altrui ma non i nostri. Dobbiamo solo vivere... senza essere protagonisti nel consumarla la vita.

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    2. Vorrei dirlo quasi sussurrandolo, a bassissima voce, per non ferire qualcuno,per non offendere qualcuno...si senta pecora chi non ha il coraggio di scrivere il proprio nome e cognome... Rispetto la scelta Dell anonimato, ma non mi si dia della " pecora", perché io sono una pecora Dell ovile di Dio, ma non sento di appartenere a nessun gregge, perché mi esprimo parlando e non belando... Falcone diceva che chi ha paura muore ogni giorno.., io non mi sento di appartenere al gregge, perché difendo la mia identità fino ad un punto che non mi consente di scrivere in anonimato.....è già così difficile essere se stessi nella vita di tutti i giorni, figuriamoci se si finisce col celare la propria identità... Però, visto che ho un grande rispetto Dell altro, anche se si tratta , in questo caso, di un altro " mascherato", mi sento semplicemente di uscire dal gregge.... Perdonare è un atto divino, poche persone riescono veramente a perdonare...il vero perdono è veramente grazia di Dio... Ci sono, cose, però, che possono essere perdonare ma non dimenticate... Dipende dalla gravità! Una violenza verbale la si perdona, ma non la si dimentica.... Dipende dalla sensibilità dalla fragilità dal vissuto che si racchiudono nel nostro guscio... Ci sono comportamenti oltre i quali non si può andare, perché se così fosse si calpesterebbe la propria dignità!!! Ci sono individui che danno la vita per la propria dignità!!! Questi individui non appartengono al gregge di cui lei parla... Il mondo è bello perché è vario, per questo non si puó applicare ad ogni soggetto il suo pensiero... Ognuno diventa quel che vuole diventare, ognuno lascia l impronta di se stesso a chi gli sta accanto...errare è umano, perdonare è divino! Ci sono tante tante tante persone che riescono a perdonare... Ma perdonare non consente al " perdonato" di ripetersi nell errore... Chi dona il perdono , concede, all altro, la capacità di comprendere il suo limite, la sua manchevolezza. A volte, invece, il perdono non ha una funzione propedeutica per un cammino all insegna del rispetto, perché il perdonato, se non è una persona sensibile, si fa scivolare dalla sua magra coscienza la colpa commessa, e finisce per ricommettere lo stesso errore... Ha ragione lei quando dice che la vita va vissuta, ma vissuta dandole un senso! Tante cose danno un senso al vivere, che da solo deve avere uno Spirituale Senso, ma tante cose finiscono per togliere senso al vivere...

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    3. Visto che non non belò.... Vi lascio con una splendida poesia......

      Lentamente muore

      Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
      giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
      rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

      Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
      bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
      proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
      sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
      all'errore e ai sentimenti.

      Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
      lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
      sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
      consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
      non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
      chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
      giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

      Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
      fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
      chiedono qualcosa che conosce.

      Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
      richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
      respirare.
      Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
      felicità.

      (P. Neruda)

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  2. Grazie Patrizia.
    Mi permetto soltanto di farti notare che la fede, qualunque essa sia, resta sempre una proposta di vita che puo' essere accolta o rifiutata. In entrambi i casi, non si e' migliori o peggiori di altri.
    Attenzione soprattutto a non essere molto "assolutisti" o "integralisti". La liberta' dei figli di Dio resta un valore inviolabile della dignita' umana.
    Ciascuno sceglie la via da seguire avendo cosi' la possibilita' di incontrare il Maestro sulla via di Emmaus o su quella che da Gerusalemme porta a Gerico.
    O negandosi deliberatamente l'opportunita' di un incontro capace di confondere e cambiare la vita.

    Tuttavia, l'auspicio e' che ci sia sempre e comunque un confronto che abbia come fine ultimo il riconoscimento dell'altro come "Persona", con la sua storia, i suoi percorsi, aspirazioni, aspettative, formazione culturale ...
    Esercitandoci nell'arte dell'ascolto e della comprensione. Che non significa necessariamente dare torto o ragione, ma comporta il dovere dell'accoglienza benigna dell'altro e dell'accettazione della sua alterita'.

    Ad maiora. E grazie per i tuoi interventi sempre molto didascalici. Anche se, ogni tanto, prolissi. :)

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  3. Grazie... Ho bisogno di crescere... Condivido...grazie di cuore.. Cercherò di essere meno prolissa e meno didascalica... Chiedo scusa...

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  4. Non ci conosciamo.. Definire chi non si conosce assolutista od integralista, Troppo forte! Ho già sentito proferire queste parole... Da un altra persona....Prendo le distanze, ma civilmente mi difendo, semmai dovessi farlo...
    Il concilio Vaticano II ha stabilito una cosa importantissima:"la libertà di coscienza", Che difendo per me stessa e per ogni creatura di Dio! Sono credente e praticante, vivo con i miei due figli: ATEI, ai quali non infliggo pene corporali e nè li sottopongo a continue inquisizioni... Non combatto crociate, e non vado nella foresta di ogni mia
    Giornata a sterminare " razze indigene" in nome di un Dio che non Distrugge.....mi sento piccola piccola e piena di miseria, incapace di imporre la mia spiritualità... Ho amici musulmani, induisti ed ebrei, con i quali è semplice confrontarsi sulla verità....Una verità che va incontrata e non imposta...Sono una peccatrice che non potrebbe imporre niente a nessuno, semmai posso soltanto dare testimonianza di quanto amore ricevo da Dio... Le mie miserie sono sconfinate, ma ho tanta tanta voglia di migliorarmi...

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  5. La vita è fatta di dati oggettivi e di percezioni... e spesso proprio le percezioni sono i fattori che ci condizionano di più. Non amiamo una persona per come è davvero ma per cosa rappresenta nel nostro immaginario. Per questo tutti possiamo avere un posto nel cuore di qualcuno... e ogni volta per un motivo diverso...

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