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mercoledì 27 febbraio 2013

Ma come mai è così difficile dire davvero quello che si pensa? Senza filtri, senza infrastrutture, senza tutta questa rigidità nei confronti del proprio sentire. Spesso escono parole opposte rispetto a quelle che si sarebbero volute dire. Vorresti dire "ti amo" e te ne vai; vorresti dire "resta qui" e sei tu a voltare le spalle a qualcuno. Perché l'apparenza e la sostanza non sono mai andate d'accordo e non ci andranno mai, neppure in futuro.
Basterebbe dirselo un "mi manchi", invece che continuare a mancarsi in silenzio per una vita.
E invece ci condanniamo ad atroci silenzi. Tutte le lacrime che successivamente ci escono, non serviranno più a riempire i buchi privi di profondità lasciati dall'orgoglio. Il non detto lo pagheremo, lo sconteremo tutto, la nostra coscienza non permette indulgenza. Perché la memoria è il tempo dell'amore e fin quando lei non ci abbandona, noi continuiamo ad abbandonarci a lui. È come se la memoria e l'amore fossero due amanti uniti all'origine che vivono dal principio dentro di noi. Così, è solo grazie a certi sentimenti che ci sentiamo insuperabili, persino dal tempo

6 commenti:

  1. Profonda e reale constatazione dell'essere!

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  2. ...forse....perché pronunciando quel " ti amo" dovremmo avere veramente il coraggio di " condividere TUTTO" con quella persona...
    ...forse...perché quando si dovrebbe dire" mi manchi", dovrebbe mancarci "tutto"di quella persona , ma veramente TUTTO....
    ....forse.....perché quando si dovrebbe dire " resta con me" , si dovrebbe far restare anche quel TUTTO....di quella persona...
    Allora, a volte il silenzio non significa " rifiuto" Dell altro, ma semplicemente una difficile accoglienza di se stessi..... Per continuare a credere in se stessi o semplicemente :"Ricominciare o cominciare " a credere in se stessi....
    Forse.....

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  3. Rileggevo il post, inizia con: ma come mai è così difficile dire davvero quello che si pensa? Rifletto... Insieme ai Ti Amo! Mi manchi! Ho sempre detto anche quello che pensavo! Sempre. Ma non tutti sanno ascoltare e distinguere, accogliere anche le critiche e separare alcune frasi o parole dette con rabbia da quelle dette con interesse. Interesse inteso come coltivazione di un noi. Quando le persone son piene di se difficilmente accettano le critiche... Non riescono a vederle per il loro mero senso costruttivo, nella visione pessimistica le vedono come distruttive. Finché ci saranno i Se, non ci sarà mai un noi.

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  4. ...forse...a volte bisogna imparare a tacere ciò che si pensa... Per non ferire l altro...
    ...Forse...Avere il coraggio di essere se stessi non significa avere il diritto di falciare l anima di chi pensiamo di amare...
    ...forse, la piantina Dell amore ha bisogno di essere protetta con cura dal sole dal vento dalla siccità dal gelo dalla forte pioggia... Bisogna prendersene cura ogni giorno, accogliendo l altro nella sua diversità e non facendo di quella diversità un tiro al bersaglio della nostra conscia od inconscia rabbia...
    ...forse la piantina Dell amore, per diventare un grande forte albero, ha bisogno di estendere le sue radici nel terreno delle anime che si fondono con tutto il cuore, senza riserve, senza pensare a quel che è stato ognuno
    Di noi in passato...
    ...forse, così come quelle radici van giù per suggere nutrimento, il tronco ed i rami, se li aiutiamo a crescere, pian piano si innalzano verso l alto, protendendo il nostro cuore a Dio, innalzandolo, così, ad un livello di coscienza superiore...
    ...forse...questo è l amore inteso come vera "donazione" di se stessi all 'altro.....
    ...forse....

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  5. Quanto è bella la spavalderia di un bambino che litiga, offende e prende i primi schiaffi della vita e poi.... Dopo ricomincia con gioia ad amare chi gli sta vicino, chi gli ha dato un bacio e chi gli ha dato uno schiaffo.... senza Se, senza forse e senza Dio.. Con la sua leggerezza non cerca spiegazioni, accoglie e va avanti.

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  6. Non Mi Interessa

    Non mi interessa cosa fai per vivere, voglio sapere per cosa sospiri
    e se rischi il tutto per trovare i sogni del tuo cuore.
    Non mi interessa quanti anni hai, voglio sapere se ancora vuoi rischiare
    di sembrare stupido per l'amore, per i sogni, per l'avventura di essere vivo.
    Non voglio sapere che pianeti minacciano la tua luna, voglio sapere se hai toccato
    il centro del tuo dolore, se sei rimasto aperto dopo i tradimenti della vita
    o se ti sei rinchiuso per paura del dolore futuro.
    Voglio sapere se puoi sederti con il dolore, il mio o il tuo;
    se puoi ballare pazzamente e lasciare l'estasi riempirti fino
    alla punta delle dita senza prevenirti di cautela, di essere realisti,
    o di ricordarci le limitazioni degli esseri umani.
    Non voglio sapere se la storia che mi stai raccontando sia vera.
    Voglio sapere se sei capace di deludere un altro per essere autentico a te stesso,
    se puoi subire l'accusa di un tradimento e non tradire la tua anima.
    Voglio sapere se sei fedele e quindi hai fiducia.
    Voglio sapere se sai vedere la bellezza anche quando non è bella tutti i giorni.
    Se sei capace di far sorgere la tua vita con la tua sola presenza.
    Voglio sapere se puoi vivere con il fracasso, tuo o mio e continuare a gridare
    all'argento di una luna piena: SI!
    Non mi interessa sapere dove abiti o quanti soldi hai,
    mi interessa se ti puoi alzare dopo una notte di dolore, triste o spaccato in due,
    e fare quel che si deve fare per i bambini.
    Non mi interessa chi sei, o come hai fatto per arrivare qui,
    voglio sapere se sapresti restare in mezzo al fuoco con me e non retrocedere.
    Non voglio sapere cosa hai studiato, o con chi o dove,
    voglio sapere cosa ti sostiene dentro, quando tutto il resto non l'ha fatto.
    Voglio sapere se sai stare da solo con te stesso,
    e se veramente ti piace la compagnia che hai ....nei momenti vuoti.

    Scritto da un'indiana della tribù degli Oriah - 1890


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