Quelli che chiamiamo errori in realtà sono solo porte da cui si accede a stanze adiacenti e la difficoltà dipende da quante porte apri. Ci sono stanze obbligatorie, altre in cui soggiornare bene, molte sono solo corridoi. Alla fine sta a noi scegliere, ma finché non hai visitato tutte le stanze e evitato il maggior numero di corridoi, non potrai sapere qual è il tuo posto.
Ogni giorno è una stanza nuova. La vita può essere un immenso castello o una piccola capanna. Puoi avere stanze luminose e con finestre da dove far entrare la luce e gli odori della natura che ti circonda. Arredi ogni ambiente come più ti aggrada, con i colori che ti fanno star bene. A volte ti devi arrangiare con quello che hai... e se sei sereno te lo fai bastare. Puoi anche non avere sedie, ti poggi sul pavimento con le spalle al muro e contempli lo spazio vuoto, riempiendo lo con le cose belle e brutte che navigano nella tua anima.
RispondiEliminaE quando hai finito di visitare tutte le tue stanze puoi scegliere di edificarne di nuove o ricominciare dall'inizio.
Vero, Antonio... Chissà perché, leggendolo mi è venuto in mente l epilogo di " Delitto e castigo", quando Raskolnikof si getta ai piedi di Sonia, piangendo ed abbracciando le sue ginocchia...in serata, ritornato nella sua cella, apre la Bibbia, che apparteneva a Sonia, e dalla quale lei stessa le aveva letto la resurrezione del Lazzaro...
RispondiEliminaL 'epilogo si chiude con tale periodo": ma qui comincia una seconda storia: la storia della lenta rinascita, della progressiva rigenerazione di un uomo....".
Penso che Gli errori ci servono per farci " inginocchiare a noi stessi ed alla vita" e che
Soltanto visitando tutte le "stanze" e " scegliendo" possiamo sperare in una progressiva rigenerazione di noi stessi...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Elimina